Contabilizzazione del calore

La contabilizzazione individuale dei consumi è la misura del servizio prelevato da ciascun utente. Nel caso del riscaldamento sarà il calore erogato dai radiatori, nel caso dell’acqua calda sanitaria sarà il volume di acqua calda prelevato ai rubinetti e così via. La contabilizzazione consente di responsabilizzare l’utente e remunerare i suoi comportamenti virtuosi (e punire quelli trasandati). Se non vi è un sistema di contabilizzazione dei consumi, nessuno è incoraggiato a fare attenzione alla temperatura ambiente, ad impostare correttamente la termoregolazione, ad eseguire opere di coibentazione e miglioramento dell’involucro edilizio nel suo alloggio, a spegnere i radiatori nelle stanze che non usa e così via fino ad aprire le finestre quando fa troppo caldo in casa (la cosiddetta regolazione “a spreco variabile”). In presenza di contabilizzazione individuale dei consumi, un impianto centralizzato ha le stesse caratteristiche di una serie di impianti autonomi. La contabilizzazione comporta alcuni aspetti che bisogna conoscere.

In primo luogo evidenzia un fatto troppo spesso passato sotto silenzio: il consumo energetico delle unità immobiliari degli ultimi e dei primi piani sono molto più elevati di quelli degli altri. Molto frequentemente sono più del doppio. La diversità intrinseca dovuta al fatto di avere non solo le pareti perimetrali ma anche un soffitto o un pavimento disperdente è esaltato dalla scarsissima coibentazione degli edifici italiani. A nulla vale l’osservazione che “prima si pagava tutti uguale” per “solidarietà”. Il codice civile prevede che ciascuno paghi in ragione dell’uso che fa di un impianto comune ed agli alloggi degli ultimi piani l’impianto fornisce indubitabilmente più calore.

In secondo luogo l’impianto deve essere correttamente realizzato in modo che le apparecchiature installate, anche se non misurano direttamente il calore erogato dai corpi scaldanti, rispettino almeno il criterio fondamentale di proporzionalità. Devono cioè fornire un’indicazione che sia proporzionale al calore erogato indipendentemente da:

  • tipologia di corpo scaldante (radiatori di tipo diverso, ventilconvettori, termoconvettori)
  • modalità di prelievo del calore (continuo, intermittente)

Queste caratteristiche non sono possedute da tutti i sistemi di contabilizzazione in uso (ad esempio dai semplici contaore) e possono essere inficiate da errori di installazione o di conteggio (ad esempio, ripartitori montati ad altezze scorrette, potenze di radiatori non correttamente determinate). Alcuni sistemi poi vengono gestiti senza che l’utente possa avere una sensazione chiara di cosa stia accadendo. In alcuni sistemi di contabilizzazione, i singoli ripartitori vengono installati senza memorizzare la potenza del radiatore. Le indicazioni sul display hanno quindi un significato diverso per i vari radiatori in un alloggio e l’utente ha delle difficoltà a capire quali sono i suoi consumi. Siccome la contabilizzazione determina dei prelievo in denaro dall’utente, il sistema installato deve essere il più possibile chiaro e comprensibile anche nei dettagli per prevenire possibili contenziosi. Le procedure degli operatori esperti contengono prescrizioni aggiuntive mirate ad eliminare o almeno minimizzare questi aspetti negativi citati.

Ogni impianto di contabilizzazione deve essere progettato da un tecnico abilitato. Lo dice piuttosto chiaramente la legge 10/91.

  • Certamente ci dovrà essere l‘elenco delle apparecchiature di contabilizzazione
  • Nel caso di applicazione di ripartitori, l’elenco dei corpi scaldanti e delle relative potenze nominali, specificando se riferite ad una temperatura media del radiatore di 70°C (rif. EN 442) o di 80 °C (rif. UNI 10200 ed EN 834).
  • La soluzione dei casi particolari, come corpi scaldanti di tipo diverso, ecc.
  • L’indicazione del criterio di ripartizione secondo le regole della norma UNI 10200, in applicazione del Dlgs 102/14 e del codice civile.
  • La determinazione dei millesimi di riscaldamento e di acqua calda sanitaria, in conformità alla norma UNI 10200
  • L’indicazione della modalità di determinazione ogni anno dell’energia utile prodotta e del suo costo specifico.
  • La determinazione o l’indicazione delle modalità di misura della quota di consumo da imputare a millesimi.
  • Il calcolo della ripartizione presunta se tutti utilizzano l’impianto in maniera convenzionale, in modo che i condomini siano consapevoli da subito dei cambiamenti che potrebbe generare l’introduzione della contabilizzazione individuale dei consumi.

L’impianto di contabilizzazione deve permettere all’utente di rendersi conto di quanto sta spendendo prima che arrivi il conteggio finale della stagione di riscaldamento. Affinchè l’utente possa utilizzare l’impianto di contabilizzazione per migliorare le proprie abitudini deve essere in grado di valutare autonomamente i propri consumi. E’ quindi necessario che i ripartitori montati sui singoli corpi saldanti siano parametrizzati, cioè che all’atto dell’installazione sia stato inserito il parametro corrispondente alla potenza del radiatore (parametro Kq) ed al grado di accoppiamento fra radiatore e ripartitore (parametro Kc), altrimenti non è possibile sommare le indicazioni degli apparecchi installati sui singoli radiatori.

La ripartizione dei costi dei servizi riscaldamento, acqua calda sanitaria e raffrescamento in condominio è regolata innanzitutto dal Dlgs 102/14, che fa esplicito riferimento alla norma tecnica UNI 10200.

La norma UNI 10200 suddivide le spese in due grandi categorie:

  • il prelievo di calore “volontario”
  • tutte le altre spese, la cosiddetta “quota fissa”, che comprende le dispersioni della rete di distribuzione, le spese per la conduzione, l’esercizio e la manutenzione ordinaria.

Il prelievo di calore volontario corrisponde al calore che esce dai corpi scaldanti e viene prelevato dall’utente in conseguenza delle sue azioni sul sistema di regolazione (valvole termostatiche o termostato ambiente). La rimanente parte del calore immesso in casa è costituito dalle dispersioni delle reti di distribuzione del riscaldamento e dell’acqua calda sanitaria, che sono indipendenti dalle azioni del singolo utente e quindi vengono ripartite a “millesimi di riscaldamento”. Il calore prodotto ha a sua volta un costo che dipende dal costo del combustibile ma anche dal tipo di sistema di generazione. Non è solo questione di rendimento della caldaia ma anche di eventuale utilizzo di fonti rinnovabili (solare termico) nel caso comune della produzione di acqua calda sanitaria con pannelli solari termici.

Secondo la norma UNI 10200 vigente:

  • i millesimi di riscaldamento vengono calcolati in proporzione a:
    • Fabbisogno di energia utile dell’alloggio in caso di impianti dotati di sistemi di termoregolazione
      (occorre un calcolo identico alla prima parte di quello di certificazione energetica)
    • potenze dei corpi scaldanti presenti nell’alloggio, nel caso di impianti privi di sistemi di termoregolazione
  • i millesimi di acqua calda sanitaria vengono calcolati in proporzione ai fabbisogni UNI-TS 11300-2 (sono una funzione crescente della superficie utile dell’alloggio).

Tutte le informazioni necessarie per la corretta esecuzione della ripartizione dei costi di riscaldamento e produzione di acqua calda sanitaria si devono trovare nel progetto dell’impianto di contabilizzazione.Dovremo quindi trovare nel progetto:

  • la valutazione del rendimento del sistema di generazione, per poter determinare il costo di produzione del calore
  • il metodo per determinare il costo di produzione del calore nel caso di impianti con più generatori
  • la determinazione dei “millesimi di riscaldamento” e dei “millesimi di acqua calda sanitaria”
  • il criterio più idoneo da adottare per determinare le quote di energia volontarie ed involontarie in base alla tipologia di edificio, di impianto e del suo utilizzo.

Se questi elementi non sono presenti nel progetto, questo è da ritenersi incompleto.

 

 

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